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Istat: a rischio il ricambio generazionale

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Un Paese che invecchia


Nel 2014 sono nati 509.000 bambini, con un calo di 5.000 culle rispetto al 2013: è il “livello minimo dall’Unità d’Italia”. Non cambia, invece, il numero medio di figli per donna, fermo a 1,39, ma comunque più basso della media UE (1,58 figli nel 2012, fonte Eurostat).

La fecondità registrata lo scorso anno è tornata ai livelli precedenti al 2007, non confermando i segni di ripresa registrati nel 2010 (quando il numero medio di figli era 1,46). Se consideriamo la natalità tra le madri straniere residenti in Italia, invece, il dato sale a 1,97.

Nel nostro Paese, inoltre, le donne aspettano sempre di più per procreare: in media i 31 anni e mezzo d’età.

Il 22% della popolazione ha più di 65 anni

Secondo l’Istat, nel 2014 “si conferma la tendenza evidenziata negli ultimi anni che vede progressivamente dilatarsi la forbice tra nascite e decessi”: scendono le nascite e, contemporaneamente, cala in modo significativo anche il numero dei decessi: 4.000 in meno dell’anno precedente.

Cresce, invece, la speranza di vita alla nascita, giunta a 80,2 anni per gli uomini e a 84,9 anni per le donne. Nel complesso l’età media della popolazione ha raggiunto i 44,4 anni.

Come evidenziato dal grafico, la popolazione per classi di età è così distribuita: 13,8% fino a 14 anni, 64,4% da 15 a 64 anni, 21,7% da 65 anni in su.

Per effetto di queste dinamiche, a crescita della popolazione complessiva registrata lo scorso anno è la più bassa degli ultimi 10 anni: + 0,4 per mille, per una popolazione totale di 60.808.000 residenti. Nel 2014 trova conferma il trend registrato negli ultimi anni: si riduce sempre di più la popolazione di cittadinanza italiana (meno 125.000 unità, nel 2014).

Questi numeri, conclude l’Istat, sono insufficienti “a garantire il necessario ricambio generazionale”.

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