
I dodici mesi appena conclusi, potevano rivelarsi “annus horribilis” per Solidarietà Veneto. Invece il bilancio finanziario è decisamente positivo. Ma l’entusiasmo non consente di elidere l’obbligo di guardare al futuro con accortezza.
“Se ce lo avessero pronosticato a marzo scorso, dopo i pesanti ribassi legati all’impatto di Covid-19, forse non ci avremmo creduto. Invece… il rimbalzo dei mercati finanziari rispetto ai minimi primaverili è stato tanto vigoroso quanto sorprendente” afferma Paolo Stefan , Direttore di Solidarietà Veneto Fondo Pensione.
Era cominciato bene il 2020, ma ben presto Covid-19 ed il primo “Lockdown” determinarono l’affondamento delle borse mondiali, con perdite che a marzo (pensiamo al Dax o al Dow Jones) sfiorarono anche il 40% dai massimi di poche settimane prima.
Un periodo nel quale, tuttavia, Solidarietà Veneto ha dimostrato la resilienza della propria asset allocation, storicamente orientata al contenimento del rischio e ad una efficace diversificazione settoriale e geografica. Aggiunge il direttore Paolo Stefan che “E’ anche grazie ad un atteggiamento particolarmente accorto che i comparti del Fondo si sono ben difesi durante le settimane più difficili, creando così i presupposti per una chiusura d’anno particolarmente positiva.”
Nei mesi successivi, grazie all’ottimismo indotto dall’azione degli stati e delle banche centrali, i mercati si sono tuttavia ripresi, fino all’exploit di fine anno, alimentato dalla notizia del vaccino.
Il Fondo chiude così con il segno “+” su tutti e quattro i comparti: spicca la performance “sfavillante” del Dinamico, ma anche gli altri comparti superano le aspettative. Eppure, qualcosa non torna: nella speranza di un ritorno alla normalità… permane la sensazione di uno scollamento fra i “luccicanti” risultati della finanza ed un’economia reale in gran parte affaticata, nella quale molte componenti sembrano sostenersi in questa fase, perlopiù grazie a ristori e sussidi.
Fino a quando potrà durare?
“Davanti a noi un nuovo anno è iniziato e molti dubbi sono in attesa di essere sciolti: ci sarà la svolta (sanitaria) tanto auspicata? Ed il sistema economico – trascinato in Europa dalle politiche pubbliche orientate alla sostenibilità – sarà capace di risollevarsi colmando il “gap” creatosi rispetto ai mercati finanziari?” si chiede Stefan. “Ecco, di fronte a queste domande ci sentiamo di ricondurre l’attenzione degli iscritti a quell’atteggiamento di responsabilità e accortezza finanziaria, che da sempre ci contraddistingue.”
In ragione di tutto ciò, pur comprendendo la ritualità della misurazione dei rendimenti annui da parte dei risparmiatori e specialisti, vorremmo suggerire al lettore l’opportunità di focalizzarsi sui risultati del fondo nel lungo periodo.
Lo facciamo apprestandoci a commentare le performance di un 2020 che tuttavia torna buono, nella sua assoluta particolarità, come “lezione” per il futuro .
Dinamico
Anche grazie al +1,52% del mese, il Dinamico, comparto scelto da un iscritto su quattro (tipicamente i più distanti dalla pensione) giunge ad un passo da un “double digit” che nove mesi fa appariva impensabile: +9,40% la performance da inizio anno (+3,61% il benchmark).
La performance, enfatizzata anche da alcuni giornali specializzati, va ricondotta ad una adeguata asset allocation, ma anche alla complessiva efficacia della gestione (soprattutto da parte di Axa IM ) che supera largamente il benchmark.
Reddito
Il comparto “centrale” di Solidarietà Veneto – anche grazie al +0,37% di dicembre – raggiunge a fine anno un rendimento del +4,41% (+4,98% il benchmark). Oltre che per il risultato in sé, il Reddito, nel complicato 2020, è stato apprezzato anche per la complessiva stabilità nell’andamento del valore quota, soprattutto nei mesi più complicati (marzo/aprile).
Una dinamica che deriva soprattutto dalle scelte di allocazione strategica del Fondo, che hanno contenuto i ribassi nel momento più difficile.
Prudente
Il comparto rivolto agli iscritti che hanno come priorità la stabilità e la conservazione del capitale chiude il 2020 a +2,11% (+2,73% il benchmark): risultato non scontato in un anno che ha creato una certa difficoltà ai gestori per interpretare al meglio il complicato scenario pandemico. +0,19% il risultato di dicembre, merito principalmente degli strumenti azionari, che pesano circa il 15% rispetto al totale delle risorse del comparto.
Garantito Tfr
Grazie allo “sprint” di fine anno (+0,35% a dicembre), il comparto raggiungere quota +2,53% da inizio anno (-0,40% il benchmark): un risultato decisamente superiore alle attese.
Oltre all’ottima performance realizzata dal nuovo gestore Generali (+3,07% in 6 mesi), a fine novembre gli iscritti con posizione attiva al 30 giugno 2020, e con un rendimento inferiore al “minimo garantito”, hanno ricevuto le “integrazioni assicurative” da parte di Cattolica Assicurazioni, gestore operativo fino allo scorso giugno.
“Sta per chiudersi un anno da incorniciare per gli associati – soprattutto pensionandi – che hanno scelto la cauta gestione del “Garantito TFR”. Dobbiamo tuttavia evidenziare che rendimenti come questi, nell’attuale scenario di tassi bassi, costituiscono una (positiva) anomalia: nel 2020 abbiamo messo da parte una sorta di “scorta di rendimento” che tornerà buona negli anni a venire. Occorrerà quindi evitare di modellare le proiezioni sul futuro a partire da quanto osservato quest’anno: l’aspettativa, per chi sceglie questo comparto, resta infatti quella di conservare il capitale in vista del prelievo finale” conclude Stefan.